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Il testo Mamma, come molte opere quando meditate, si presta ad almenotre livelli di lettura. Il primo, più immediato, suggerito dal montaggio che dei frammentioriginali del testo ha fatto il curatore, appare per quello che dichiara essere: un manuale di autodifesa pel maschio medio adulto minacciato di estinzione dalla dilagante autosufficienza femminile. Come rileva acutamente il Calzolari, "resta qui la grande intuizione, che se la difesa del ruolo del maschio umano adulto nelle sue funzioni tradizionali è di fatto impraticabile, la sua salvezza consiste nella sua trasformazione in un essere di lusso, inutile ma meraviglioso e apprezzato appunto per questo". Un secondo livello, più intimista e minimalista, induce a leggerlo come un'apologia della donna, resa nell'unica forma oggi possibile; l'ironia amara come nostalgica autodifesa. E un terzo, come monumento alla parola e alle sue tremende possibilità. Nell'epoca dei messaggini e dei pittogrammi, solo l'uso consumato della parola consente, come giustamente nota lo Iacci, di "citare l'incitabile, di dare per scontato l'inimmaginabile". Ne sia di esempio il funambolico e fantasmagorico settimo frammento. Comunque lo si interpreti, una lettura divertita e divertente che pone continui dubbi. "Un pregio non da poco," citiamo ancora il Calzolari "dato che la maggior parte delle cose che si leggono sono di gente che vuole spiegarci con assoluta certezza tutto della vita".